Il mondo del vino italiano sta cambiando. E non si tratta solo di prodotto o mercato: il cambiamento attraversa le organizzazioni, le persone, i modelli di leadership.
Con il progetto W-ine in Tour, abbiamo incontrato 60aziende vitivinicole per ascoltarle e raccogliere dati concreti. Ne emerge unquadro chiaro: il settore è consapevole della trasformazione, ma troppo spesso fatica a tradurla in scelte strutturate.
Digitalizzazione: tra potenzialità inespresse e una tradizione che può ispirare
L’81% delle aziende ritiene che il settore sia ancora lontano da un uso sistemico del dato. Nelle realtà medio-piccole, il digitale è spesso percepito come un intralcio all’autenticità, un nemico dell’identità.
Eppure, la vera sfida non è scegliere tra radici e innovazione, ma coltivarle insieme:
L’innovazione, per essere efficace, non deve cancellare la tradizione, ma darle un nuovo significato. Nel vino questo significa non rinunciare all’autenticità, ma renderla accessibile e tracciabile anche attraverso le tecnologie. “L’innovazione che funziona non sostituisce la tradizione, la collega con il mondo.” suggerisce Giorgio Putignano, Practice Leader di W-ine.
Un esempio? L’utilizzo di QR code dinamici sulle etichette per raccontare il terroir, il produttore, le pratiche agronomiche. Oppure sistemi di analisi predittiva per gestire al meglio vendemmia e stoccaggio senza interferire con le tecniche tradizionali.
Le opportunità sono concrete: ottimizzazione dei processi, marketing personalizzato, nuovi mercati esteri. Ma serve un cambio di mentalità e di strumenti, che parta dalla cultura organizzativa.
Risorse umane: da persone “di fiducia” a organizzazioni che creano fiducia
Il 95% delle aziende dichiara di voler investire in piani di carriera, formazione, welfare. Ma nei fatti:
Il risultato? I migliori collaboratori restano pochi anni, i passaggi generazionali diventano conflittuali, i giovani faticano a trovare spazio.
Serve una struttura organizzativa capace di valorizzare le persone, trattenere i talenti e guidare i cambiamenti.
Cosa possono fare le aziende vitivinicole da subito:
Un’azienda che gestisce le persone con metodo non perde il calore del modello familiare: lo moltiplica.
Struttura non significa rigidità. Significa chiarezza, evoluzione, fiducia organizzativa.
Inclusione e ruoli: non è un problema di donne, è un problema di modello
Una cantina su tre oggi è guidata da una donna. Il marketing e l’hospitality sono sempre più femminili. Ma il problema non è la presenza. È l’accessibilità dei ruoli chiave e la trasparenza delle regole del gioco.
Solo il 14% del personale operativo in vigna e cantina è donna. Perché?
Perché il lavoro è faticoso, i ruoli sono poco visibili, i percorsi non sono chiari.
E qui la questione si allarga: non è un tema di genere, ma di organizzazione. Le stesse barriere colpiscono giovani, figure atipiche, chi arriva da percorsi diversi.
Le azioni che rendono le aziende più inclusive e attrattive per tutti:
L’Inclusione non è una battaglia identitaria. È un acceleratore di performance.
Le organizzazioni che sanno includere crescono meglio, innovano prima, resistono di più.
Dalla tradizione alla trasformazione: il tempo delle scelte è adesso
Il mondo del vino ha una lunga storia da raccontare, ma il futuro si scrive nelle scelte organizzative che le aziende decidono di fare oggi. La qualità del prodotto non basta più: servono strutture agili, leadership preparate, ruoli accessibili, percorsi chiari.
Investire sulle persone non è un lusso da grandi aziende, ma una necessità per restare competitivi in un mercato che cambia.
W-ine in Tour lo ha dimostrato: esiste una nuova generazione di imprese pronte a coniugare identità e innovazione, famiglia e metodo, passione e competenza. Il futuro del vino italiano dipenderà dalla capacità delle aziende di evolvere non solo in vigna, ma soprattutto al proprio interno. Perché la vera eccellenza, oggi, si coltiva nelle organizzazioni.