Articoli ed eventi

Come i bonus influenzano i team. Non solo motivazione: è molto di più

Articolo a cura di Francesco Impellizzeri, per commentare l'articolo di Harvard Business Review su quanto i bonus possano influenzare i team

Tempo medio di lettura:
3 minuti
LEGGI DI PIÙ

Un recente articolo di Harvard Business Review lo dice chiaramente: gli incentivi economici non parlano solo ai singoli. Parlano ai team. Alle loro dinamiche, ai meccanismi di coordinamento, alla capacità di emergere — o non emergere — con una leadership riconosciuta. Non è solo “più impegno”: è come si lavora insieme.

Il dato che spicca: performance raddoppiate

Lo studio è ampio: oltre 3.300 partecipanti, 722 team, escape-room ad alta pressione. Il risultato è netto: quando c’è un bonus condiviso, le squadre hanno probabilità doppia di completare l’attività. Doppia. Il denaro spinge, certo. Ma ciò che cambia davvero è la struttura interna che si forma nel gruppo.

Leadership che emerge. Da sola. Quando serve.

I partecipanti lo raccontano bene: con un incentivo sul tavolo, la leadership “salta fuori”. Prima, più chiaramente, più efficacemente. Un secondo esperimento lo conferma: 281 team, oltre 1.200 persone. Quando i gruppi scelgono da soli un leader, la percentuale di successo sale del 38%.Un leader riconosciuto, non imposto, funziona. Unisce. Coordina. Accelera.

Il bonus moltiplica. La leadership amplifica.

Qui sta il punto: l’incentivo dà la spinta, ma è la leadership condivisa che la orienta. È il vero moltiplicatore dell’efficacia economica.

Il commento di Francesco Impellizzeri, Senior Director & Board Member WeHunt

Il legame tra incentivi economici e comportamenti di leadership è evidente: un bonus condiviso rafforza l’unione, stimola la collaborazione e favorisce l’emergere di una leadership naturale.

Bonus utili. Ma non sufficienti.

Nel breve periodo funzionano: attivano energia, producono coordinamento, danno ritmo soprattutto ai team giovani o in crescita. Nel lungo periodo però il loro effetto si affievolisce. Le prestazioni dipendono da altro: ruoli chiari, buona comunicazione, appartenenza, coinvolgimento sincero nei processi.

La vera leva: far contare le persone (ma sul serio!)

In un mercato del lavoro veloce, competitivo, realmente mutevole, le aziende che ascoltano — ma che ascoltano davvero! — sono quelle che durano. Cultura, responsabilizzazione, riconoscimento: sono queste le molle che trattengono i talenti. I bonus danno uno sprint, ma senza le persone che ci credono le aziende non hanno futuro. E questo è un dato di fatto incontrovertibile.